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Job Shadowing in AC Milan.

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Job Shadowing AC Milan

Paolo Busetto, studente del Master SBS, racconta la sua esperienza!

Luglio 2022: quando leggo all’interno del sito di Master SBS le informazioni sull’iniziativa Golden Badge legata al job shadowing non immagino neanche quanto “d’oro” possa davvero essere l’opportunità che mi viene presentata. Aderisco. Sette mesi dopo sono in treno in direzione Milano, per assistere al dietro le quinte della partita di Lega Serie A tra Milan e Atalanta.

La giornata di job shadowing che mi aspetta mira ad affiancare gli studenti a figure che lavorano nello Sport Business per osservare in concreto come operano, cercando di assorbire il più possibile da questi professionisti. Io vengo assegnato al dipartimento diretto da Marco Lomazzi, quello di Stadium Operations di AC Milan, area che si occupa di tutte le attività e iniziative a nome Milan che interessano lo stadio di San Siro.

Fortuna vuole che per la partita in questione fosse prevista un’attività secondaria di attivazione del pubblico e che mi sia stata offerta la possibilità di assistere alle prove del sabato sera.

Milan: Fan Engagement

Sabato 25 Febbraio, verso le 17:30, arrivo a San Siro. Vengo accolto da Alberto Piccolo, manager dell’area Stadium Operations di AC Milan ed ex studente del Master SBS, per assistere alle prove per un’iniziativa di Fan Engagement del giorno successivo. Un evento in collaborazione con Warner Brothers per la promozione del lancio del film “Creed 3”.

L’attività si sviluppa all’interno del campo di gioco, al centro del quale viene posizionato un telo con la locandina del film; vi sono quattro proiettori laser agli angoli a formare le corde del “ring” dove Gegio (Germano Lanzoni), speaker ufficiale della squadra, annuncerà i tre beatboxer che si esibiranno all’interno delle corde virtuali. Il tutto, allestimento, performance e disallestimento, dovrà essere fatto in dieci minuti totali. Questo è il tempo riservato all’attività nella pausa tra riscaldamento dei calciatori e ingresso in campo per la partita.

Il lavoro di Alberto è quello di dirigere e coordinare tutti gli attori che un’attività del genere interessa. E non sono pochi! Il dipartimento di fan engagement che coordina gli artisti, lo speaker, i 20 ragazzi del Settore Giovanile rossonero che porteranno il telone a centro campo, gli operatori che muoveranno e attiveranno i totem, gli addetti alle luci e ai proiettori, i responsabili del broadcasting che dovranno indirizzare l’attività per assicurare le inquadrature migliori (accontentando anche la parte commerciale); non ultimi, gli addetti al manto erboso, sempre impegnati a curare il “sacro” campo da gioco. Tutto ciò in un match day, quindi in aggiunta alle normali mansioni della domenica.

Le prove vanno bene. Dopo un paio di aggiustamenti sembra che tutto funzioni, sia come tempi che come impatto sul campo. Un veloce debrief e abbiamo individuato uno spazio protetto dove stoccare il materiale utilizzato per l’attività. Ore 20:45, a 24 ore esatte dal calcio d’inizio, ho il “via libera” per tornare a casa.

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Match Day!

Domenica il ritrovo allo stadio è programmato alle 14:30. I preparativi per l’evento sono tanti e il tempo è stringente. Subito vengo accolto da Alberto e mi viene consegnato il pass di servizio con indicate le aree alle quali avrò accesso, obbligatorio per tutti gli addetti ai lavori, univoco come il biglietto di uno spettatore.
Capisco subito che avere il controllo degli accessi è imprescindibile per la gestione di un impianto del genere. Dopo esserci sistemati nell’ufficio partiamo con il giro di controllo degli allestimenti; gli operatori di MI Stadio hanno già provveduto a sostituire pannelli e cartelloni per la giornata ma serve controllare che tutto sia in ordine. Ad esempio, all’interno dell’Executive Lounge, l’area hospitality del settore arancio, abbiamo coordinato un rinnovamento delle grafiche richiesto dal dipartimento brand in vista della partita.

Proseguendo con il giro, noto come pian piano lo stadio comincia a riempirsi di personale: steward (quasi mille!), hostess, chef, camerieri, servizio sanitario, presidio tecnico broadcaster, giornalisti. Finito il giro torniamo in ufficio per la stesura delle liste degli ospiti, coloro che oltre al posto a sedere hanno diritto anche ad accedere a skybox o aree hospitality.
Come detto in precedenza, chiunque entri allo stadio necessita di un titolo di riconoscimento univoco, nel caso di biglietti e abbonamenti identificato con numero di settore, fila e posto. Organizzando in liste i nominativi degli ospiti per ogni sala, il personale dell’accoglienza è in grado di riconoscere i singoli e, nel caso di cena da seduti, indicare il tavolo assegnato. Assisto ad un veloce brief con i responsabili delle aree hospitality, degli skybox e dell’accoglienza per consegnare le liste e dare alcune indicazioni operative.

Successivamente mi affianco ad Enrico Saladino, responsabile del parcheggio sotterraneo che, dopo avermi spiegato la gestione dei circa 120 posti auto e il servizio di valet per la squadra, mi accompagna ad assistere all’arrivo dei pullman dei giocatori, prima locali e poi ospiti. Poco dopo anche i primi tifosi iniziano ad arrivare, quindi raggiungo nuovamente Alberto e ci prepariamo a monitorare l’andamento dell’attività provata la sera precedente.

Il cuore della giornata

L’atmosfera si fa pian piano più calda e la pressione sugli addetti ai lavori inizia a farsi sentire. Di conseguenza arrivano anche i primi intoppi tipici degli eventi che la figura di Alberto deve gestire. Lui rimane calmo, freddo e concentrato nel raccogliere le informazioni che gli arrivano dai vari reparti, riuscendo ad indirizzarli verso una rapida soluzione e risoluzione.

L’attività che ha richiesto ore di prove e di preparativi si conclude in tempi brevissimi ed è subito calcio d’inizio, durante la partita continuiamo il monitoraggio e tutto procede come da programma. Abbiamo tempo di vedere gli ultimi minuti di gioco, Alberto coordina i preparativi per le hospitality del dopo partita e io affianco un’altra figura fondamentale per la gestione dello stadio, Riccardo Savio.

Riccardo è Vice Delegato alla Gestione Evento, ovvero colui che gestisce la sicurezza all’interno dello stadio durante gli eventi. Un compito tutt’altro che semplice se consideriamo la mole di persone (quasi 80 mila fra spettatori e staff) e le dimensioni dell’area di competenza (il perimetro va dalla fermata della metro, ai parcheggi attorno allo stadio).
La sua posizione di lavoro in Match day è il centro operativo, luogo dove gli addetti alle comunicazioni radio ascoltano e coordinano tutte le informazioni che girano sui canali dei diversi reparti, e dove Riccardo e i responsabili steward monitorano ogni angolo di San Siro dalle innumerevoli telecamere. Attraverso queste due dimensioni di controllo e un’attenta preparazione dell’organico steward, i responsabili sono in grado di prevenire e intervenire con precisione e tempestività in caso di bisogno.

I momenti più critici, mi racconta Riccardo, sono quelli di afflusso e deflusso delle persone, con un’attenzione particolare alla tifoseria ospite. Ho avuto l’opportunità di assistere in diretta all’uscita dei tifosi dell’Atalanta, vedendo come attraverso il monitoraggio delle telecamere e le comunicazioni radio fosse possibile coordinare personale di sicurezza, polizia e personale sanitario, riuscendo a gestire lo spostamento senza problemi.

Job shadowing: la conclusione.

È mezzanotte e la mia giornata si conclude qui. Purtroppo. Torno a casa sicuramente arricchito da questa esperienza. Poter vedere da vicino come lavorano i professionisti è un enorme valore aggiunto per uno studente, poterlo fare con un’organizzazione come quella di AC Milan è un privilegio che in pochi possono vantare.

Mi perdoneranno i calciofili se nel mio articolo non ho parlato di calcio o della bellissima vittoria per 2 – 0 dei padroni di casa ma, se ho imparato qualcosa, è che dietro allo spettacolo che gli atleti offrono c’è un gigantesco motore i cui ingranaggi devono combaciare alla perfezione.
E le persone come Marco, Alberto, Enrico e Riccardo sono quelle che con passione lo muovono. Li ringrazio per gli insegnamenti che mi hanno trasmesso, la disponibilità e la pazienza nei miei confronti e ringrazio anche l’organizzazione del Master SBS per questa opportunità, sarà un ricordo che porterò con me per sempre.

Paolo Busetto, studente della XVIII Edizione del Master SBS

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