Dopo un’intensa mattinata dedicata alla lezione riguardo le strutture e le organizzazioni del sistema sportivo con il Prof. Jacopo Tognon, la classe del Master SBS incontra il Direttore Generale di Integrità e Regolamentazione della UEFA: Angelo Rigopoulos. Il testimonial, prima di presentarsi, attira l’attenzione di tutti proiettando un video emozionante delle squadre di calcio protagoniste agli Europei 2020, terminato con un’immagine della nazionale italiana che alza la coppa della vittoria.
La sua storia: da Bologna a Zurigo
Angelo Rigopoulos nasce a Verona e dopo anni passati in Grecia (secondo paese d’origine) studia scienze giuridiche a Bologna. Il suo cambio di rotta avviene quando inizia a conoscere atleti che stavano recuperando da un infortunio e temevano proprio a causa di questo che le rispettive società non rinnovassero loro il contratto.
Il suo più grande sogno, durante gli studi, è sempre stato quello di andare a lavorare a Zurigo, proprio per questo lascia Bologna per proseguire con la laurea specialistica a Milano, frequentando l’Università di Milano-Bicocca, ponendo grande attenzione allo studio delle lingue.
Durante la stesura della tesi sulla responsabilità giuridica (Violenza negli stadi: problemi di diritto costituzionale) a Milano fa domanda per il Master della FIFA: International Master in Management, Law and Humanities of Sport. Inizialmente non ha alcuna aspettativa, ma poco dopo aver presentato il progetto finale al Master FIFA riceve una chiamata inaspettata dalle risorse umane della UEFA, confermando la volontà di quest’ultima di volerlo inserire nel team di avvocati con sede a Zurigo.
Racconta quindi di aver iniziato cosi la sua carriera in UEFA nel 1 Agosto del 2010, essendosi trasferito prima a Zurigo e successivamente a Nyon dove lavora prima come consulente legale all’interno dell’unità dei servizi legali sportivi UEFA e poi come Head of National Associations Governance all’interno della divisione National Associations.
Nel suo ruolo, oggi è responsabile della supervisione delle attività della divisione svolte dalle unità Disciplinary Services, Statutory and Regulatory, Anti Match-Fixing e Anti-Doping.
La grande “fortuna” di parlare Greco
Il racconto della sua esperienza diventa ancora più interessante grazie ad un episodio in particolare: un problema con la federazione Greca, secondo paese d’origine dopo l’Italia. Angelo è l’unico tra gli avvocati della UEFA che sa parlare il Greco, così il top management della UEFA lo convoca per sostenere la riunione con il ministro dello sport Greco. Naturalmente il top management continua a manifestare interesse nei suoi confronti e di conseguenza lo coinvolge anche in altre missioni perché “porta a casa i risultati”.
La svolta nel 2018
Una svolta importante avviene nel settembre 2018 quando a causa dei cambi avvenuti con la partenza dell’allora Segretario Generale, si profilano varie opportunità di carriera. È il momento delle grandi decisioni. In quel momento, Angelo assume la carica di Direttore di gestione della division di Integrity and Regulatory.
Come racconta Angelo lavorare in UEFA e accettare la nuova carica è un segno di riconoscenza ma anche una propria e vera sfida personale, in quanto si ritrova con un numero di staff ridotto al minimo ed è da solo a gestire un team di 28 persone; posizione tanto stimolante quanto pericolosa per il prosieguo della sua carriera.
Il rapporto di Angelo Rigopoulos con la FIFA
Una delle domande che gli studenti gli pongono riguarda il rapporto (agli occhi del pubblico) teso tra FIFA e UEFA. Secondo Angelo, il problema alla base sta nel fatto che la FIFA considera la UEFA come suo membro di livello inferiore, invece la UEFA si considera, secondo la piramide della struttura del calcio Europeo, una confederazione riconosciuta ed esterna dall’organigramma della FIFA.
Un altro punto ovviamente caldo all’interno dell’aula è il tema Superlega, dove Angelo si esprime in termini chiari e semplici, affermando innanizitutto che la UEFA non ha mai ricevuto una richiesta per quanto riguarda una competizione organizzata da parte di certi club, ma solamente una comunicazione dove le squadre informavano l’UEFA della creazione avvenuta di questa competizione, con la tutela del tribunale di Madrid per eventuali dispute legali.
La pandemia e le conseguenze per la UEFA
Altro tema trattato è quello relativo agli eventi esterni al calcio, temi come il COVID_19 e la guerra in Russia. Argomenti delicati e altrettanto difficili, commenta Angelo, che descrive il periodo COVID come il più difficile in ufficio ma anche uno dei momenti chiave a livello personale e a livello di team UEFA. Per quanto riguarda invece la problematica legata alla guerra, la racconta come un momento complicato in quanto a maggio ci sarebbe stata la finale di Champions a San Pietroburgo. La UEFA, indipendentemente da ragioni di politica, doveva prendere una decisione giuridica e oggettiva. Di conseguenza il comitato esecutivo impose provvedimenti alla Russia, spostando la finale da San Pietroburgo a Parigi, e sospendendo le squadre russe da tutte le competizioni UEFA. Allo stesso tempo la UEFA ha deciso che le squadre della Bielorussia avrebbero giocato le loro partite in territorio neutro e senza pubblico.
Angelo Rigopoulos e il trasferimento dei minori
Alla fine della testimonianza è emerso uno dei temi che sta più a cuore al nostro ospite, ovvero quello relativo al trasferimento dei minori. Questo aspetto è trattato dall’articolo 19 del regolamento FIFA sullo status e i trasferimenti internazionali dei calciatori, dove viene spiegato che ci sono solo 3 tipologie di trasferimenti internazionali per minorenni: la prima, solo se si abita a 50 km dal confine e anche la sede del tuo club dista 50 km dal confine, la seconda che un minore tra i 16 e i 18 anni venga trasferito all’interno dell’ UE (senza indicazione della nazionalità), terza eccezione se il minorenne si muove da un paese con la famiglia per ragioni non legate al calcio.
Possiamo affermare che questa storia rappresenta un vero e proprio valore aggiunto per le conoscenze degli studenti, in quanto al di là dei singoli temi Angelo riesce a trasmettere alla classe del Master voglia di fare, di credere nelle proprie capacità e di coltivare i propri sogni perché ogni successo è frutto di tanti sacrifici, come nello sport anche nella vita.
Articolo scritto da Marta De Amicis e Daniele Smeraldi, studenti della XVIII Edizione del Master SBS!