Secondo episodio di SBS Stories, la rubrica nata dalle idee dei diplomati per raccontare le carriere di chi, dopo il Master SBS, lavora nello sport con ruoli di responsabilità.
Welcome to the (Marketing) Jungle: la storia di Federico Mele e di una carriera costruita con passione
Intervista a Federico Mele – Head of Global Marketing, Sportful
Diplomato XIII edizione (2017-2018)
Federico, cos’è che ti appassiona di più nel comunicare e far crescere un brand legato allo sport e all’outdoor?
L’aspetto più affascinante, per me, è lavorare per brand italiani di sport e outdoor con una lunga storia alle spalle. È proprio il caso di Sportful che, da oltre cinquant’anni, produce abbigliamento sportivo per discipline quali ciclismo, sci di fondo e biathlon.
È stimolante osservare l’evoluzione di questi marchi: spesso aziende familiari che, pur essendo ora parzialmente controllate da fondi, hanno un passato di grande successo sportivo, economico e imprenditoriale. Attualmente, la sfida è quella di provare a recuperare terreno sulle dinamiche digitali e di marketing rispetto ai leader del settore sportivo come Adidas, Nike, On Running, ecc.
L’obiettivo principale è quello di cercare di riprodurre le strategie dei giganti, ovviamente su scala ridotta, in un brand che – nel ciclismo – vanta una notorietà e un palmarès sportivo pari, se non superiore, a quello di marchi globali.
L’idea di poter contribuire alla storia di brand che rappresentano una parte importante del nostro Paese, della nostra economia e dei nostri successi sportivi, mi motiva quotidianamente a dare il meglio di me. Ho la fortuna di stabilire rapporti, anche di amicizia, con campioni passati e attuali, un esempio su tutti è Paolo Bettini. Questa connessione quotidiana con figure di tale calibro è incredibilmente affascinante.
Il contesto, le opportunità e le possibilità offerte da un brand di questo tipo per fare marketing sono l’elemento più attrattivo. È fondamentale sapersi adattare al brand, interpretarne l’identità e agire sulle leve di marketing, consapevole che si tratta di un percorso pluriennale, idealmente di almeno cinque anni, per impostare e seguire una strategia e vederne i risultati.
Lavorando su scala globale, qual è stata la campagna o il progetto che ti ha dato più soddisfazione?
Tra le esperienze professionali più gratificanti spiccano due progetti globali.
Il primo, ai tempi di Selle Italia, ha riguardato la gestione del contratto con Ironman, una delle maggiori organizzazioni di triathlon al mondo. Questo accordo globale ha permesso di aumentare la visibilità del marchio Selle Italia nel mondo e di vendere i prodotti, anche personalizzati con il logo Ironman, durante tutti gli eventi internazionali.
Il successo di questa iniziativa è stato possibile anche grazie al lavoro di squadra e al supporto del precedente responsabile marketing che mi ha guidato e aiutato in questo percorso.
Il secondo progetto – che merita di essere menzionato – è il lancio e l’attivazione della collaborazione tra Sportful e la Red Bull Bora-hansgrohe nel 2024. Lavorare con Red Bull, pur essendo di per sé un facilitatore di successo, ha offerto l’opportunità di affiancare il brand Sportful a Red Bull per un anno intero, garantendo una notevole visibilità e un impatto positivo sulla memoria dei consumatori.
Questo risultato ha confermato l’efficacia delle strategie di marketing implementate e la solidità della partnership. Tali esperienze rappresentano tappe fondamentali per la crescita professionale, offrendo nuove prospettive nel campo del marketing, dell’attivazione di eventi e delle sponsorizzazioni.
Dal Master SBS a Head of Global Marketing in Sportful: qual è stata la curva più sorprendente del tuo percorso?
L’esperienza professionale più sorprendente è stata la rapida ascesa da stagista a responsabile marketing in Selle Italia. Dopo il master SBS, a 26/27 anni, ho iniziato uno stage e a 28 ero già responsabile marketing di tre brand del gruppo Selle Italia, diventando il più giovane (e inesperto) marketing manager nel ciclismo.
Questo passaggio è stato inatteso. Ho dedicato molti sacrifici, lavorando intensamente e svolgendo numerose mansioni, tra cui caricare furgoni, partecipare a eventi e viaggiare frequentemente.
Successivamente, a 30 anni, sono passato in Sportful. Questo passaggio non è stato sorprendente, poiché ero consapevole del percorso di crescita che desideravo, mirato a diventare un manager in grado di gestire risorse a 360 gradi.
La vera sorpresa rimane la velocità con cui sono diventato responsabile marketing, un traguardo che mi motiva tuttora a dare il meglio di me ogni giorno.
Qual è stata, se c’è stata, la tua “sconfitta/caduta” da cui hai appreso di più?
Un anno e mezzo fa, in Sportful, dubitai delle mie capacità manageriali, soprattutto a livello umano, nonostante avessi un team competente e ambizioso a livello professionale. Nonostante ciò, trovai arduo amalgamare e motivare il gruppo. Mi sentii responsabile di questa difficoltà, ammettendo di non essere probabilmente all’altezza del ruolo di responsabile globale del marketing.
Questo periodo buio mi ha comunque permesso di crescere, anche grazie all’aiuto e alla fiducia dell’azienda, spingendomi a rimettermi in discussione sia professionalmente sia umanamente.
Ho compreso l’importanza di gestire le aspettative individuali e collettive, acquisendo maggiore maturità. Nonostante la difficoltà, non ho mollato, grazie anche al supporto di colleghi e amici.
Ho ricostruito il mio team, restando fedele a me stesso. Gli errori devono essere visti come opportunità di crescita, non di sconforto, per ripartire più forti e consapevoli.
Se dovessi descrivere Sportful in tre parole, quali useresti?
Sportful si caratterizza per storia, passione e dinamicità. L’azienda vanta oltre cinquant’anni di successi, includendo vittorie olimpiche e mondiali in varie discipline ciclistiche e sciistiche.
Nasce dalla passione per lo sport del suo fondatore, Giordano Cremonese. Passione che – ancora oggi – è parte integrante dell’azienda. La sua dinamicità le permette di essere sempre attiva e propositiva, coprendo diverse stagioni sportive e mantenendo vivo l’interesse di chi ci lavora.
C’è una competenza o un approccio che ti porti dal Master SBS e che oggi consideri fondamentale?
Il gioco di squadra – sviluppato durante il Master – è un approccio fondamentale che semplifica e rende più piacevole il lavoro quotidiano, portando a maggiori successi personali e di team. Sebbene il concetto di team working sia diffuso, la sua importanza, sperimentata tramite numerosi lavori di gruppo, è innegabile nella vita lavorativa.
Un altro elemento cruciale è la passione, che non basta possedere ma va anche dimostrata e trasmessa. Questa passione è rivolta al mondo dello sport e alla professionalità. Talento e passione richiedono costante allenamento e impegno per produrre risultati.
In sintesi, gioco di squadra e passione sono due valori che permettono di adattarsi a qualsiasi realtà lavorativa.
Se il marketing fosse una canzone, quale sceglieresti per raccontare la tua esperienza?
Se il marketing fosse una canzone, direi al volo così, su due piedi, Welcome to the Jungle dei Guns N’ Roses. Perché il marketing, alla fine, è veramente una giungla! Un’ambiente che cambia in continuazione, pieno di adrenalina, emozioni, difficoltà e opportunità.
Se vuoi ritagliarti il tuo spazio, devi metterti in gioco sempre!
Conclusione
Con la storia di Federico Mele prosegue il viaggio di SBS Stories: un percorso fatto di passione, crescita e ambizione, attraverso le voci dei diplomati del Master SBS che ogni giorno contribuiscono al mondo dello sport business.
👉 Il prossimo appuntamento sarà a dicembre, con un nuovo diplomato e una nuova storia da raccontare.
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