L’evoluzione dei diritti sportivi nell’era digitale: globalizzazione, nuove piattaforme, concorrenza ibrida e modelli di distribuzione che cambiano il futuro dell’industria sportiva.
Indice dei contenuti
- Introduzione
- Che cosa sono i diritti media e perché determinano il valore dello sport
- La transizione dallo scenario televisivo tradizionale allo streaming
- La globalizzazione dei contenuti sportivi
- I nuovi modelli di distribuzione: accordi esclusivi, pacchetti ibridi e strategie D2C
- Impatti sul mercato italiano ed europeo
- Le sfide future: regolamentazione, sostenibilità e concorrenza
- Conclusioni
Ascolta la versione audio! |
Introduzione
Negli ultimi anni lo sport ha vissuto una trasformazione profonda nella gestione dei diritti media, ovvero i diritti commerciali che permettono a un’emittente, una piattaforma digitale o un operatore OTT (over-the-top) di trasmettere un evento sportivo. La diffusione delle piattaforme di streaming ha reso il mercato più competitivo, più globale e soprattutto più orientato ai dati.
Il risultato è un nuovo ecosistema in cui broadcaster tradizionali, distributori digitali e leghe sportive competono e collaborano allo stesso tempo. Per chi vuole lavorare nel mondo dello sport business, comprendere questa evoluzione è fondamentale.
Che cosa sono i diritti media e perché determinano il valore dello sport
I diritti media rappresentano il principale motore economico delle grandi leghe e competizioni.
Si tratta degli accordi economici con cui una piattaforma acquisisce il diritto di trasmettere un prodotto sportivo per un determinato territorio, periodo e formato (live, highlights, on demand, digital-first…).
Il valore di un campionato, di un torneo o di una lega dipende in buona parte dalla capacità di monetizzare questi diritti. Non è un caso che le competizioni più seguite – come NFL, NBA, Premier League, Champions League – abbiano costruito la loro crescita internazionale proprio attraverso strategie media aggressive e pianificate.
La transizione dallo scenario televisivo tradizionale allo streaming
Per oltre trent’anni, il modello dominante è stato quello della televisione a pagamento: pacchetti esclusivi, contratti pluriennali, forte centralizzazione del potere nelle mani dei broadcaster.
Oggi questo sistema è stato affiancato – e in alcuni casi scosso – dalle piattaforme digitali, che offrono:
- maggiore flessibilità nei pacchetti di contenuti;
- distribuzione globale e non solo territoriale;
- possibilità di personalizzare l’esperienza dell’utente;
- utilizzo di dati comportamentali per incrementare ricavi e retention.
La concorrenza non è più solo Sky vs. Mediaset o ESPN vs. Fox, ma un ecosistema complesso in cui convivono Amazon, Apple, DAZN, Disney+, YouTube, TikTok, piattaforme proprietarie delle leghe e nuovi operatori digitali.
La globalizzazione dei contenuti sportivi
L’effetto più evidente dell’ingresso delle piattaforme OTT è la globalizzazione della distribuzione.
Le leghe stanno capendo che il valore futuro non è limitato ai confini nazionali, ma risiede nel pubblico globale.
MLS e Apple TV: un caso che ha fatto scuola
Nel 2023 la Major League Soccer ha firmato con Apple TV un accordo di 10 anni per la distribuzione globale del campionato tramite MLS Season Pass.
È la prima volta che una lega sportiva vende tutti i diritti, per tutti i territori, a un unico player digitale internazionale.
Effetti principali:
- eliminazione delle barriere territoriali;
- incremento della qualità produttiva;
- maggiore controllo dei dati sui tifosi;
- massima coerenza di comunicazione globale.
La Premier League e la visione multipiattaforma
La Premier League utilizza invece una strategia differenziata per mercati:
- in UK: combinazione di Sky, BT Sport e Amazon;
- nel resto del mondo: pacchetti verticali personalizzati per regioni.
Il risultato è un modello ibrido ad altissimo rendimento.
NBA e NFL: il potere dell’internazionalizzazione
Queste leghe possiedono piattaforme proprietarie globali – NBA League Pass e NFL Game Pass – che integrano produzioni locali, contenuti esclusivi e funzioni avanzate.
La loro forza risiede nella capacità di parlare al mondo intero con una sola infrastruttura.
I nuovi modelli di distribuzione: accordi esclusivi, pacchetti ibridi e strategie D2C
La distribuzione dei diritti media sta vivendo una fase di sperimentazione senza precedenti. Le leghe sportive, spinte dalla concorrenza tra broadcaster tradizionali e piattaforme digitali, stanno adottando modelli sempre più sofisticati per massimizzare ricavi, copertura e controllo dell’esperienza del tifoso.
Questa trasformazione si articola principalmente in tre approcci: accordi esclusivi, pacchetti ibridi e strategie direct-to-consumer (D2C).
🔵 1. Accordi esclusivi con piattaforme OTT
Gli accordi esclusivi prevedono che un singolo operatore OTT acquisisca i diritti principali o totali di un campionato o torneo.
Questo modello è caratterizzato da una grande visibilità per la piattaforma, una forte spinta alla conversione di abbonati e un significativo aumento del valore economico della proprietà sportiva.
Perché funziona
- garantisce introiti elevati e immediati alla lega;
- permette un miglior controllo editoriale e tecnologico alla piattaforma;
- semplifica la percezione dell’offerta: “tutto in un’unica app”.
Esempi concreti
DAZN – Serie A (Italia)
Dal 2021 DAZN detiene l’esclusiva per 7 partite su 10 a giornata e la co-esclusiva per le restanti 3 con Sky.
È il primo caso in Europa di campionato top affidato quasi interamente allo streaming.
Conseguenze:
- crescita degli abbonamenti OTT in Italia;
- rivoluzione dei consumi (mobile-first, smart TV);
- dibattito nazionale su stabilità, banda e latenza.
Amazon Prime Video – Thursday Night Football (NFL)
La NFL ha ceduto in esclusiva il Thursday Night Football ad Amazon con un contratto pluriennale.
Questo è stato il primo pacchetto esclusivo della NFL affidato a una piattaforma tech.
Risultati strategici:
- pubblico molto giovane rispetto alla media della NFL;
- integrazione con Twitch per una regia più interattiva;
- nuovi formati di advertising personalizzato.
🟣 2. Pacchetti ibridi TV + streaming
È attualmente il modello dominante.
Consiste nella suddivisione dei diritti tra più broadcaster o tra TV tradizionale e piattaforme digitali, con l’obiettivo di combinare la forza della televisione lineare (copertura, pubblico generalista, stabilità tecnica) con l’innovazione dello streaming (personalizzazione, dati, scalability globale).
Perché funziona
- aumenta la concorrenza e quindi il valore del bando;
- amplia il pubblico potenziale;
- riduce la dipendenza da un solo operatore;
- garantisce continuità agli utenti meno digitalizzati.
Esempi concreti
Premier League – Modello multi-partner
La Premier League è il caso più avanzato di distribuzione ibrida a livello globale.
In UK:
- Sky → pacchetti principali live;
- TNT Sports (ex BT Sport) → selezione di match;
- Amazon → due turni completi in streaming.
All’estero:
- pacchetti ottimizzati per area geografica (es. NBC negli USA, Optus Sport in Australia).
Risultato:
- massimo valore generato per ogni territorio;
- diversificazione delle fonti di ricavo;
- copertura globale senza precedenti.
UEFA Champions League – Modello ibrido con crescente quota digitale
Nel nuovo ciclo 2024–2027:
- Canali tradizionali (Sky, Mediaset, Canal+, BT/TNT);
- Piattaforme digitali (Amazon, DAZN).
Crescita evidente della presenza digitale nelle gare top.
🟢 3. Direct-to-consumer (D2C) tramite piattaforme proprietarie
Il modello D2C si basa sul controllo diretto del rapporto con il tifoso.
La lega o il club gestisce una piattaforma proprietaria, vendendo abbonamenti senza intermediari.
Questo approccio permette di accedere a dati preziosi, costruire una fanbase globale e generare entrate altamente scalabili.
Perché funziona
- massimizza il controllo sul prodotto;
- crea una relazione diretta e data-driven;
- consente di sperimentare nuovi format (telecamere 360°, analisi tattiche, contenuti dietro le quinte);
- aumenta la marginalità.
Esempi concreti
NBA League Pass – Il benchmark del mercato
La NBA è stata pioniera nel D2C globale.
Con NBA League Pass ha costruito una piattaforma che oggi raggiunge oltre 200 paesi.
Punti distintivi:
- multicam selezionabile (angoli di campo diversi);
- grafica avanzata e statistiche real-time;
- analisi AI-based;
- personalizzazione estrema dell’esperienza.
Risultato strategico: la NBA è oggi la lega sportiva con la più alta presenza internazionale e una fanbase digitale enorme.
F1 TV – La Formula 1 come media company
Liberty Media ha trasformato la F1 in un prodotto digitale con una piattaforma proprietaria che include:
- telemetria completa;
- onboard camera per ogni pilota;
- mappe di gara;
- archivio storico completo.
Questo ha permesso di raggiungere gli appassionati hardcore in modo più profondo e di espandere il pubblico globale.
UFC Fight Pass – Verticalizzazione di nicchia
La UFC ha puntato sul D2C per monetizzare gli appassionati di MMA con:
- card preliminari;
- contenuti originali;
- library di incontri storici;
- eventi esclusivi.
Il Fight Pass genera un pubblico fedele e disposto a pagare contenuti premium.

Impatti sul mercato italiano ed europeo
In Italia il mercato è in una fase di transizione continua.
La Serie A ha scelto un modello predominante su streaming (DAZN), con una presenza televisiva complementare (Sky).
La sfida principale riguarda:
- stabilità tecnica delle piattaforme;
- sostenibilità degli abbonamenti multipli;
- tutela dei diritti e contrasto alla pirateria;
- necessità di una regolamentazione più moderna.
A livello europeo, l’UE sta discutendo nuove norme sull’anti-geoblocking, sulla tutela dei consumatori e sulla circolazione transfrontaliera dei contenuti sportivi.
Il futuro dell’industria dipenderà molto da queste nuove direttive.
Le sfide future: regolamentazione, sostenibilità e concorrenza
L’espansione globale porta con sé sfide strutturali:
- regolamentazione internazionale complessa (diritti territoriali, diritti collettivi, concorrenza);
- pirateria digitale sempre più sofisticata;
- rischio di frammentazione con troppi abbonamenti richiesti agli utenti;
- equilibrio economico instabile per piattaforme in costante crescita ma spesso non profittevoli;
- necessità di proteggere il valore dello sport in un mercato ultra-competitivo.
Le leghe dovranno trovare un equilibrio tra massimizzazione dei ricavi, sostenibilità per tifosi e broadcaster, e qualità del prodotto.
Conclusioni
Il nuovo mercato dei diritti media è globale, digitale e guidato dai dati.
La sfida non è più solo distribuire lo sport ma farlo nel modo più efficiente possibile per creare valore sostenibile nel lungo periodo.
Le piattaforme streaming offrono opportunità straordinarie, ma richiedono competenze manageriali, tecnologiche e strategiche sempre più sofisticate. Per chi vuole entrare nel mondo dello sport business, questo è uno degli ambiti più dinamici e in trasformazione.
Questo articolo è stato realizzato con il supporto di ChatGPT e le immagini sono state generate con Midjourney.















