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Retail Sportivo: come club e brand reinventano i negozi fisici tra omnicanalità e fan engagement

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Retail Sportivo: come i club e i brand stanno reinventando i negozi fisici tra omnicanalità e fan engagement

La trasformazione del punto vendita nel settore sportivo: esperienze immersive, tecnologie digitali, dati e strategie integrate per aumentare la relazione tra brand e tifosi.

Indice degli argomenti

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Introduzione: l’evoluzione del retail sportivo

Il retail sportivo sta attraversando una trasformazione profonda: i negozi fisici non sono più semplici punti vendita ma veri e propri spazi esperienziali, progettati per integrare tecnologia, contenuti e relazione diretta con i tifosi. Questa evoluzione nasce da una domanda centrale: come possono i club sportivi e i brand competere nell’era dell’e-commerce e mantenere rilevante il negozio fisico?
Le risposte emergono da tre direttrici: omnicanalità, tecnologie immersive e fan engagement.

 

Le nuove logiche di omnicanalità nel retail sportivo

L’omnicanalità nel retail sportivo indica la capacità di un club o di un brand di integrare in modo coerente tutti i punti di contatto con il tifoso/cliente:

  • negozio fisico,
  • e-commerce,
  • app mobile,
  • social media,
  • ticketing,
  • membership,
  • customer service.

L’obiettivo è permettere alla stessa persona di passare da un canale all’altro senza interruzioni, mantenendo dati, preferenze e storico acquisti allineati.

Una domanda chiave è: perché l’omnicanalità è diventata così centrale nel retail sportivo?
Perché i consumatori non distinguono più tra online e offline: scelgono il percorso più comodo. Oggi oltre il 60% dei consumatori europei usa sia canali digitali sia in-store nel proprio percorso d’acquisto per categorie come articoli sportivi e tempo libero (fonte: McKinsey & Company).
Questo significa che, per il retail sportivo, non esiste più “solo negozio” o “solo e-commerce” ma un ecosistema integrato.

Inoltre, studi sull’omnicanalità mostrano che i clienti che interagiscono con il brand su tre o più canali tendono a spendere di più e ad avere tassi di conversione più alti rispetto a chi usa un solo canale (fonte: Transportation News and Trends).
In un mercato degli articoli sportivi che potrebbe quasi raddoppiare entro il 2033, passando da circa 671 miliardi di dollari nel 2024 a quasi 1.300 miliardi, la capacità di governare queste journey ibride diventa un fattore competitivo decisivo (fonte: Shopify).

Cosa significa concretamente omnicanalità per un club o un brand sportivo

Per un club o un brand, fare retail sportivo omnicanale significa rispondere a domande operative molto precise:

  • Il tifoso può scoprire un prodotto sul social del club, salvarlo nell’app, provarlo in store e completare l’acquisto online con consegna a casa?
  • Può ordinare una maglia personalizzata sul sito e ritirarla al negozio dello stadio il giorno della partita (click & collect)?
  • Il personale del negozio vede lo stesso profilo cliente e lo stesso storico acquisti che il tifoso vede nell’app o nell’area riservata del sito?
  • Le promozioni e i punti fedeltà sono unici e validi su tutti i canali?

Questo si traduce in alcuni pilastri tecnologici e organizzativi:

  • Inventario unificato: la disponibilità prodotto è visibile e aggiornata su tutti i canali, permettendo funzioni come ship-from-store (spedizione da negozio) o order-in-store (ordine in negozio per consegna a casa);
  • Profilo cliente unico: un solo account collega dati di ticketing, membership, acquisti retail e interazioni digitali;
  • Esperienze di acquisto flessibili: click & collect, reso in negozio di prodotti acquistati online, pagamenti digitali, mobile checkout;
  • Misurazione integrata: i dati del negozio fisico (scontrini, sensori, traffico) e i dati digitali (e-commerce, app, CRM) vengono letti insieme.

 

L’esperienza nel punto vendita come leva strategica

Oggi il negozio non compete più solo sul prodotto ma sulla qualità dell’esperienza offerta. I club e i brand si chiedono: perché un tifoso/client dovrebbe entrare in negozio?
Le risposte includono tecnologie immersive, spazi interattivi e servizi a valore aggiunto.

Realtà aumentata e virtuale: definizioni e applicazioni

  • Realtà aumentata (AR): tecnologia che sovrappone elementi digitali al mondo fisico tramite smartphone o visori. Consente il virtual try-on di scarpe, maglie e accessori.
  • Realtà virtuale (VR): ambiente completamente digitale che permette al tifoso di immergersi in uno stadio, in uno spogliatoio o in una simulazione di gara.

Esempi concreti:

  • Puma: prova virtuale delle scarpe tramite AR.
  • Manchester City: visori VR per la visita immersiva dell’Etihad Stadium.

Personalizzazione del prodotto e customization labs

L’utente può personalizzare maglie, scarpe, palloni o accessori direttamente in store. Questi laboratori aumentano valore percepito e tasso di conversione, favorendo contenuti social generati dagli utenti.

 

Fan engagement: il negozio come hub esperienziale

Il negozio fisico diventa un luogo dove vivere la passione sportiva, creare contenuti, incontrare giocatori e partecipare a eventi.

Community, eventi e attivazioni con tifosi

  • Incontri con atleti e meet & greet.
  • Simulatori di tiro, sprint o gaming sportivo.
  • Area foto con trofei, maglie storiche o scenografie dello stadio.
  • Eventi tematici, lanci in anteprima e attività della community.

Analisi dei dati e integrazione con i CRM dei club

Tecnologie come sensori, QR code e heatmap analizzano i flussi dei visitatori e il loro comportamento. I dati raccolti vengono integrati con i database dei club per personalizzare comunicazioni, offerte e inviti agli eventi.

 

Casi studio di club e brand internazionali

FC Barcelona: il Barça Store come ecosistema omnicanale

Il FC Barcelona è uno dei club che più chiaramente ha trasformato il punto vendita in un touchpoint integrato con app, membership, ticketing e contenuti digitali.
L’obiettivo è costruire una fan experience coerente per milioni di tifosi che vivono la relazione con il club attraverso più canali ogni giorno.

  1. Integrazione totale con la Barça App

La Barça App è il centro digitale dell’esperienza del tifoso: collega biglietti, membership, contenuti personalizzati e merchandising.
Quando un fan entra in un Barça Store (Camp Nou o altri flagship), può usare l’app per:

  • scannerizzare prodotti e vedere varianti, taglie e disponibilità in tempo reale;
  • ricevere suggerimenti basati sul proprio profilo membership (es. preferenze di giocatori o del reparto squadra);
  • accedere a promozioni personalizzate, come sconti riservati ai possessori della Culers Membership;
  • completare l’acquisto in store e ritrovare lo scontrino anche nella sezione digitale dell’account.

Per il club, questa integrazione permette di collegare la visita fisica a dati digitali utili per campagne future.

  1. Personalizzazione estesa come servizio a valore aggiunto

Il Barça è stato tra i primi club a introdurre:

  • macchine industriali per la stampa istantanea delle maglie;
  • laboratori di personalizzazione per patch, numeri, nomi e badge speciali (es. UEFA Champions League, LaLiga, anniversari);
  • contenuti multimediali che mostrano come la maglia viene prodotta.

Questa attenzione alla personalizzazione risponde a una domanda semplice: perché acquistare la maglia in negozio invece che online? La risposta è nell’esperienza immediata e nel valore emozionale dell’essere “dentro al club”.

  1. Zone immersive AR/VR e contenuti fisico-digitali

Il Barça Store utilizza installazioni multimediali per raccontare identità e storia:

  • schermi interattivi con momenti iconici del club;
  • punti AR che permettono ai tifosi di comparire accanto a giocatori come Pedri, Alexia Putellas o leggende del passato;
  • aree che riproducono lo spogliatoio o l’ingresso in campo.

Non è solo intrattenimento: questi momenti sono “social media ready” e generano contenuti organici.

  1. Click & Collect e ritiri durante il matchday

Uno dei servizi più efficaci introdotti dal club è il ritiro in negozio durante il giorno della partita, pensato per:

  • ridurre le code allo store;
  • aumentare le vendite online nelle ore precedenti al match;
  • favorire acquisti dell’ultimo minuto (es. sciarpa, maglia, cappello) prima di entrare allo stadio.

In una giornata di grande affluenza, questa soluzione migliora l’esperienza del tifoso e aumenta il valore del carrello.

Perché il Barça è un esempio rilevante?

Perché ha trasformato lo store in un asset strategico dell’esperienza digitale del club e non in un semplice shop di souvenir.
La logica è chiara: più il tifoso vive momenti fisici e digitali coerenti, più cresce la relazione, la retention e il valore commerciale.

NBA: flagship stores e retail data-driven

La NBA, con i suoi flagship store (New York, Londra, Pechino), è uno dei modelli più avanzati al mondo in termini di retail experience data-driven.
La lega ha un obiettivo preciso: replicare l’esperienza NBA anche fuori dall’arena e utilizzare i dati del negozio per alimentare le strategie globali.

  1. Integrazione con l’ecosistema digitale NBA

Il punto vendita è collegato con:

  • NBA App
  • NBA ID (programma di membership globale)
  • e-commerce centralizzato
  • database dei fan internazionali

Questo permette al tifoso di:

  • ricevere offerte personalizzate nei negozi fisici;
  • vedere suggerimenti basati su squadre preferite, giocatori seguiti o contenuti guardati nell’app;
  • ritrovare gli acquisti nel proprio profilo digitale, utile per garantire coerenza di comunicazione.

Per la lega, ogni visita è un touchpoint che genera dati preziosi su preferenze e comportamento.

  1. Sensori, heatmap e analisi dei flussi

Gli NBA Store utilizzano:

  • sensori di movimento per analizzare flussi e tempi di permanenza;
  • heatmap che mostrano le zone più visitate;
  • sistemi di monitoraggio dell’interazione con prodotti specifici (maglie, cappellini, sneaker).

Questi dati servono a rispondere a domande operative come:

  • quali giocatori generano più attenzione?
  • dove posizionare i prodotti ad alto potenziale di conversione?
  • quali aree dello store funzionano meglio nei weekend?

La NBA riesce così a ottimizzare layout, stock e merchandising per ogni città.

  1. Esperienze iconiche e contenuti social-ready

Gli store includono zone esperienziali progettate per creare contenuti condivisibili:

  • aree foto con trofei, anelli e parquet storici;
  • schermi interattivi che permettono di rivivere momenti iconici;
  • simulatori di tiro con classifiche e sfide;
  • corner narrativi dedicati a Michael Jordan, a franchise storiche o a momenti leggendari.

Ogni esperienza è stata studiata per generare contenuti virali sui social, amplificando la brand equity della lega.

  1. Personalizzazione e produzione in store

La personalizzazione delle maglie NBA è uno dei servizi più richiesti:

  • stampa istantanea di nomi e numeri;
  • edizioni speciali con patch tematiche (es. City Edition);
  • kit esclusivi non disponibili online.

Questa strategia risponde alla logica del “souvenir autentico”: se sei a New York o a Pechino, l’esperienza di personalizzazione diventa parte del viaggio.

Perché la NBA è un esempio rilevante?

Per due motivi:

  1. Eccellenza nell’uso dei dati: la NBA utilizza le informazioni del retail per migliorare marketing, CRM e strategie globali.
  2. Esperienza scalabile: ogni flagship riflette la stessa logica, adattata alla cultura locale (New York ≠ Pechino).

È un modello ideale per chi studia sport business perché unisce brand, community, contenuti e commerce in un’unica piattaforma.

Nike: integrazione tra membership, app e negozi fisici

Nike è spesso citata come uno dei riferimenti globali per l’omnicanalità nel retail sportivo.
La strategia ruota attorno a tre elementi:

  1. Programma di membership unificato (Nike Membership / Nike Plus)
    Il programma di membership dà accesso a contenuti esclusivi, lanci anticipati di sneaker, offerte personalizzate e servizi dedicati sia su app che in negozio. I dati indicano che i membri omnicanale sono più attivi, più fedeli e hanno uno scontrino medio più alto (fonte: Magenest).
  2. Negozi House of Innovation e format tech-driven
    Nei flagship House of Innovation di New York, Parigi e Shanghai, il cliente può:
    • scansionare i prodotti con la Nike App per vedere taglie disponibili e dettagli;
    • richiedere che un articolo venga portato in camerino senza cercarlo sugli scaffali;
    • usare servizi di personalizzazione avanzata integrati con l’account digitale.
  3. Continuità tra canali retail e partner selezionati
    Nike non vede più il confine rigido tra direct-to-consumer e wholesale: la membership e le esperienze digitali vengono portate anche nei punti vendita dei partner strategici, per mantenere un journey coerente per il cliente, indipendentemente da dove acquista (fonte: Retail Dive).

Domanda implicita: perché questo modello è rilevante per un club sportivo? Perché mostra come un’identità di membership unica, connessa a store fisici e digitali, permetta di costruire fan journey coerenti che vanno ben oltre la singola partita o il singolo acquisto.

adidas: flagship esperienziali e integrazione con l’app

Anche adidas ha sviluppato un modello di retail sportivo omnicanale basato su negozi fortemente digitalizzati.

  • Nel flagship adidas LDN di Oxford Street, l’app adidas include la funzione Bring It To Me: il cliente scansiona un prodotto o un codice, sceglie taglia e variazione e chiede che gli venga portato direttamente in camerino o in un’area dedicata, senza cercarlo fisicamente in negozio (fonte: adidas-group.com).
  • La stessa app integra storico acquisti, preferenze e suggerimenti personalizzati, che seguono il cliente se passa dall’online allo store fisico.

In più, adidas ha sperimentato esperienze di realtà aumentata in store legate alla sostenibilità, come l’iniziativa For the Oceans a Parigi: attraverso schermi e AR, i clienti “entrano” in un oceano virtuale pieno di plastica e scoprono prodotti creati con materiale riciclato.

Una ricerca citata in un’analisi sulla customer experience di adidas mostra che circa il 60% dei clienti del brand preferisce poter passare senza frizioni tra online e negozio fisico, giudicando questa possibilità un elemento chiave di convenienza e soddisfazione (fonte: renascence.io).

Domanda-chiave a cui questo modello risponde: come posso usare la tecnologia per rendere più semplice e coinvolgente la vita del cliente, non solo più “spettacolare”?

Da retail multicanale a retail davvero omnicanale

Molte realtà sportive si trovano ancora in una logica multicanale: e-commerce, negozio e app esistono, ma non “parlano” davvero tra loro.
L’obiettivo strategico dei prossimi anni è passare a un retail sportivo omnicanale, in cui:

  • le informazioni sono uniche e coerenti su tutti i canali;
  • il tifoso/cliente si sente riconosciuto come persona, non come “utente diverso” a seconda del punto di accesso;
  • il club o il brand può misurare in modo integrato l’impatto di una campagna, di una partita o di un lancio prodotto su vendite, traffico in store e comportamento digitale.

Retail Sportivo: come i club e i brand stanno reinventando i negozi fisici tra omnicanalità e fan engagement

Impatti sul business e nuove competenze richieste

La trasformazione del retail sportivo verso modelli omnicanali e ad alto contenuto esperienziale genera impatti significativi sul business dei club e dei brand. Non si tratta solo di modernizzare un negozio ma di ripensare l’intero modello di relazione con i tifosi e la struttura organizzativa interna.
Questa sezione risponde a tre domande fondamentali:

  1. Quali benefici economici produce il nuovo retail sportivo?
  2. Quali cambiamenti organizzativi richiede?
  3. Quali nuove figure professionali diventano indispensabili?
  1. Impatti economici: un nuovo modello di revenue e di margini

L’adozione di un retail sportivo omnicanale produce effetti diretti e indiretti sui ricavi.

Aumento dello scontrino medio

Quando i canali sono integrati, il tifoso vive un journey più fluido e personalizzato. Ciò porta:

  • acquisti combinati (es. maglia + personalizzazione + accessorio);
  • upselling basati sui dati (es. proposte in-app di prodotti correlati);
  • conversioni più alte nei giorni partita grazie al click & collect e agli store vicini allo stadio.

Studi su brand globali mostrano che i clienti omnicanale hanno uno scontrino medio dal 15 al 30% più alto rispetto ai clienti monocanale.

Riduzione dei costi logistici e ottimizzazione dell’inventario

L’integrazione tra negozi e e-commerce permette:

  • spedizioni da store fisici (ship from store) per ridurre tempi e costi;
  • redistribuzione rapida dell’inventario tra store e magazzini;
  • riduzione delle giacenze e delle rotture di stock nei periodi di picco (matchday, lanci maglie, festività).

Il negozio diventa così non solo un punto vendita ma anche un mini-hub logistico.

Incremento delle vendite online grazie al negozio fisico

Contrariamente a quanto si pensava dieci anni fa, i negozi fisici aumentano le vendite online:

  • lo store diventa showroom;
  • i tifosi provano prodotti in negozio e li acquistano da app;
  • l’esperienza fisica alimenta la relazione digitale con il brand.

Club come FC Barcelona e brand come Nike mostrano come gli store esperienziali abbiano un impatto positivo sulle vendite digitali globali.

Monetizzazione dell’esperienza

Le aree AR/VR, gli eventi, i meet & greet, i contenuti social-ready e le personalizzazioni diventano nuove fonti di ricavo:

  • biglietti per esperienze speciali in store;
  • pacchetti premium durante il matchday;
  • attivazioni sponsorizzate dentro lo store (schermi, aree brandizzate, installazioni).
  1. Impatti organizzativi: servono strutture più integrate e data-driven

Implementare un retail sportivo omnicanale non è un progetto tecnico: è una trasformazione aziendale.

Integrazione tra marketing, retail, CRM e ticketing

In passato, questi comparti lavoravano in silos.
Oggi, devono condividere:

  • dati;
  • obiettivi;
  • sistemi tecnologici;
  • campagne integrate.

Un club che vende una maglia City Edition ai tifosi deve sincronizzare:

  • promozione social;
  • push notifications sull’app;
  • disponibilità in-store;
  • offerte per i membri della loyalty;
  • comunicazioni automatizzate del CRM.

Senza questa integrazione, l’esperienza “si rompe” e il valore si disperde.

Nuovi investimenti in tecnologie e piattaforme

Un retail sportivo moderno richiede:

  • CRM (customer relationship management) centralizzati;
  • sistemi ERP integrati per stock, logistica e pricing;
  • app mobili sincronizzate con membership e loyalty;
  • sistemi di analisi dei flussi in negozio (sensori, heatmap, telecamere intelligenti);
  • piattaforme per AR/VR e contenuti digitali in store.

L’impatto economico non è banale: parliamo di investimenti che incidono sia sul CAPEX sia sull’OPEX.

Evoluzione del personale di front-line

Gli addetti vendita diventano veri e propri experience specialist:

  • devono conoscere prodotti, tecnologia, membership e flussi digitali;
  • devono gestire servizi di personalizzazione e micro-eventi;
  • devono raccogliere e interpretare feedback in tempo reale.

Il negozio sportivo del futuro richiede competenze ibride: retail + tech + hospitality.

  1. Competenze richieste: nascono nuove figure professionali

Per governare questo nuovo ecosistema, servono competenze molto più avanzate rispetto al retail tradizionale. Vediamone alcune.

Store Experience Manager

Responsabile della coerenza esperienziale tra canali. Coordina:

  • digital signage;
  • installazioni AR/VR;
  • personalizzazioni;
  • micro-eventi;
  • integrazione con app e membership.

Retail Technologist

Figura chiave in ogni brand sportivo moderno. Si occupa di:

  • implementare soluzioni tech in store;
  • connettere store fisico a CRM ed e-commerce;
  • gestire sensori, sistemi touchless, pagamenti digitali.

È una figura molto richiesta anche nei club professionistici.

Data Analyst specializzato nel settore sport

Il suo lavoro consente di prendere decisioni basate su evidenze, non su percezioni. Analizza:

  • comportamenti dei tifosi in store;
  • flussi e punti caldi;
  • segmenti di clientela;
  • performance delle campagne omnicanale.

Content & Community Retail Specialist

Professionista che crea contenuti “pensati per il negozio”, integrati con:

  • lanci prodotto;
  • iniziative matchday;
  • aree social-ready;
  • eventi in store;
  • storytelling del brand.

Il negozio diventa una media property, non solo un punto vendita.

Customer Journey Designer

Si occupa di disegnare i flussi di esperienza del tifoso tra:

  • app;
  • store;
  • ticketing;
  • membership;
  • social;
  • e-commerce.

Una figura centrale nella trasformazione digitale dei club.

Impatti strategici di lungo periodo

Nel medio-lungo termine, un modello omnicanale ben governato permette ai club e ai brand di:

  • aumentare il valore della membership;
  • stabilire relazioni continuative con i tifosi internazionali;
  • trasformare il retail in un hub di raccolta dati;
  • rafforzare l’identità del brand grazie a store iconici.

La domanda finale è: quali investimenti e competenze servono oggi a un club per costruire un retail sportivo competitivo nel 2030?

È questa la sfida su cui si giocherà gran parte del valore commerciale dello sport professionistico nei prossimi anni.

 

Conclusioni

Il retail sportivo non è più un semplice canale di vendita, ma un’infrastruttura strategica che collega identità, contenuti, tecnologia e relazione con il tifoso.
La trasformazione in corso mostra un punto chiave: i club e i brand che sapranno integrare in modo coerente omnicanalità, dati, esperienze immersive e servizi personalizzati costruiranno un vantaggio competitivo che andrà ben oltre il merchandising.

Il negozio del futuro non si limiterà a vendere maglie:

  • sarà un hub digitale,
  • un centro di fan engagement,
  • un laboratorio di dati,
  • e un motore di loyalty capace di creare valore per anni.

Questa evoluzione rende necessario un cambio di mentalità: il retail sportivo non è un punto di arrivo ma una piattaforma continua di innovazione.
I club, se già non lo stanno facendo, dovranno investire in competenze nuove, integrare reparti interni e imparare a leggere i dati nel loro insieme. I brand dovranno ripensare ogni store come un touchpoint centrale della propria identità, non come un elemento accessorio.

La domanda finale, a questo punto, diventa inevitabile: qual è il ruolo che il retail sportivo avrà nel 2030 e quali modelli vinceranno?
Le risposte dipenderanno dalla capacità di combinare tecnologia, creatività, sostenibilità economica e conoscenza profonda del comportamento dei tifosi.

Call to Action finali per chi studia e lavora nello sport business:

  • Se sei uno studente: chiediti quali competenze – dati, tech, CRM, retail design – devi iniziare a sviluppare oggi per essere rilevante domani.
  • Se lavori già nel settore: valuta quali elementi del tuo ecosistema retail possono essere integrati, migliorati o ripensati in chiave omnicanale.
  • Se sei un club o un brand: considera il negozio fisico come un investimento strategico, non operativo. Ogni metro quadrato deve generare dati, contenuti e relazione, oltre che vendite.

 

Questo articolo è stato realizzato con il supporto di ChatGPT e le immagini sono state generate con Midjourney.

 

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